Settimana scorsa la Lombardia è stata in zona gialla per errore! Come mai? Perché, come già avvenuto a gennaio, i dati inviati dalla Regione all’Istituto Superiore di Sanità erano vaghi, approssimativi e scorretti. L’indice Rt relativo al 10 febbraio – calcolato in 0.82 con i dati forniti da Regione Lombardia – avrebbe infatti dovuto essere a 1.09. A causa di questo errore, Regione tenta di correre ai ripari ricorrendo alla zona arancione rinforzato con preavviso di poche ore, senza dare il tempo alle famiglie per organizzarsi. Assistiamo dunque all’ennesimo tentativo di scaricare sulle nuove generazioni le proprie incapacità gestionali, e a una semplificazione nella ricerca delle soluzioni che non tiene conto della complessità di vita delle famiglie e che non sa tenere insieme il diritto al lavoro, la parità di genere e la necessità per i bambini di socializzare e di interagire con i propri simili. A ciò si aggiunge la scandalosa mancanza di pianificazione delle vaccinazioni per gli insegnanti, che inizieranno forse ad essere vaccinati da lunedì mentre nel Lazio, in Toscana, in Campania e in Piemonte si è data fin da subito la priorità anche agli insegnanti della scuola dell’obbligo e sono già arrivati a numeri di ben più alti.

Sul tema vaccini, come segnalato in questo post dal Partito Democratico lombardo, in tutta la regione e anche a Lecco si segnalano casi di anziani, anche centenari non autonomi negli spostamenti, avvisati con meno di 24 ore di anticipo sull’orario e il luogo in cui recarsi per farsi somministrare il vaccino! A ciò si aggiunge la mancanza di un centro vaccinale in provincia, comodo e raggiungibile per tutti. Sul tema è intervenuto con decisione il nostro sindaco: “Il fatto che non si sia trovato un luogo nella nostra provincia costituisce una situazione insostenibile” ha dichiarato Mauro Gattinoni (video qui) “l’unico luogo a noi più vicino identificato è quello di Lariofiere. Vuol dire che in provincia di Lecco non si è trovato un posto dove fare vaccinazioni. Questa al momento è una situazione insostenibile. So che molti, parlamentari e consiglieri regionali, di tutte le appartenenze politiche, stanno sostenendo questa battaglia, perché la medicina territoriale e l’efficacia della campagna vaccinale passano anche dalla prossimità logistica. Altrimenti c’è il rischio di creare ulteriore complessità, oltre che disagio oggettivo e ulteriore esposizione al rischio rispetto al piano di cui abbiamo contezza e che domani per conto di tutti i sindaci della provincia contiamo di migliorare”.

Tutto ciò non è più accettabile, occorre un metodo di lavoro coerente con i bisogni dei cittadini e con le indicazioni nazionali, e che non cambi ogni settimana, e una gestione oculata, pianificata e precisa dei dati e dei processi di prevenzione e cura, perché da essi dipendono le scelte sulla vita professionale e famigliare di tutti noi.